Non è l’assenza di problemi a distinguere una famiglia normale da una problematica. Ogni famiglia è chiamata ad affrontare vari eventi lungo il suo ciclo vitale, detti “fisiologici”come la nascita di un figlio, la sua crescita educativa e affettiva, l’adolescenza, l’entrata e l’uscita di casa di alcuni dei suoi componenti, il pensionamento e la morte.
Ogni fase comporta dei compiti di accomodamento e crescita che coinvolge tutti i membri della famiglia nucleare e, non di rado, anche della famiglia allargata. Si pensi per esempio ai modelli educativi a cui ognuno di noi fa riferimento: spesso sono la conseguenza di un atteggiamento interno di adesione o, al contrario, di contrapposizione all’educazione ricevuta dai rispettivi genitori, e quando questi diventano “nonni” ci ritroviamo a confermarli o a disapprovarli nel modo di rapportarsi con noi e coi nostri bambini.
Altri eventi sono invece esperienze “speciali” per la famiglia, che la rendono più isolata dal confronto sociale, e la costringono ad un impegno diverso per elaborare o risolvere le sue difficoltà. Si pensi per esempio alla morte precoce di un suo componente. In questo caso, come in altri, un lavoro fatto con tutta la famiglia, coinvolta direttamente in terapia, inaugura la possibilità di tracciare una nuova trama di significati a quanto è successo o sta succedendo, e di costruire nuove modalità relazionali e comunicative in vista della crescita personale di ciascun membro.
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